Oggi il sole entra nella porta 2 del Sapere Superiore, la prima delle sedici porte del Mandala del Rave che costituiscono il Quarto della Civilizzazione.

Questo è il cammino della forma, di ciò che è formale e qui ci sono le fondamenta genetiche che hanno spinto la specie umana a trasformare e organizzare il mondo materiale e i ruoli e gerarchie della società a proprio uso e vantaggio.

Sotto la patina di civiltà dei paesi sviluppati siamo ancora mossi da un profondo spirito di competizione e materialismo cieco che si fanno più evidenti e crudi quando le risorse sembrano iniziare a scarseggiare. Scenari che apparivano ormai dimenticati dopo gli orrori della prima metà del secolo scorso, tornano a incombere sul pianeta, rivelando quanto siamo indifesi e incompetenti di fronte agli imperativi genetici e alla distorsione che la mente razionale fa di questi meccanismi di sopravvivenza.

Parte tutto dalla propensione umana ad anteporre le necessità del gruppo a quelle individuali, parte tutto dalle mura domestiche, dalla maniera innocente con cui impariamo da piccoli a ‘comportarci bene’, ad assimilarci a mamma e papà, da qui cominciamo ad identificare il la vita con lo sforzo, il sacrificio e la sofferenza, per essere normali o perlomeno sembrarlo, per rinunciare a noi stessi per il ‘bene’ della famiglia, e crescendo, se non della nostra generazione, di quelle che ci seguiranno. Pare un salto assurdo, esagerato, paradossale, quello che parte dal tentativo dei genitori di educare i propri figli al rispetto altrui, e che arriva all’insegnare inconsapevolmente a negare la propria individualità per diventare burattini di un meccanismo macroscopico di competizione tra noi ‘che rispettiamo’ certe idee e loro ‘che non le rispettano’. E’ un salto che avviene a rallentatore, giorno dopo giorno, con microscopici passi, e proprio per questo ci sfugge, ci porta ad attribuire ad altro, o ad altri, l’origine della miseria umana.
La storia si ripete, nulla di nuovo sotto il sole, l’unica mutazione può avvenire a livello della consapevolezza individuale.

Sei unic@, non hai scelta, ama te stess@

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